Il postino che bussa sempre due volte la lasciava nella “cassetta” – o se preferite “buca” – una volta al mese. Non era puntualissimo, non per colpa sua, e così a chi l’aspettava con ansia capitava spesso di controllare (inutilmente) per diversi giorni: “Mamma, papà… C’è posta?!”.
Ai bambini di fine secolo scorso, come a quelli di molti anni prima, non arrivavano “bollette” né chissà quante comunicazioni epistolari, e quindi i nostri genitori ci mettevano poco a capire quel che attendevamo con tanto interesse. Letta negli occhi la delusione per troppi “non ancora”, alla fine erano loro a portarcela come una bella sorpresa su a casa all’ora di pranzo, dopo l’uscita da scuola, magari proprio quando avevamo perso la speranza e c’eravamo “tolti il pensiero”: “Eccola qua, è arrivata La Scherma”.
La ricordate? O almeno – per i più giovani – ne avrete sentito parlare…
La rivista ufficiale della Federazione, il mensile La Scherma, era l’unico modo per sapere cosa accadesse nel magico mondo dello sport che ci aveva stregato. E però a raccontarla tutta, più che per leggere d’una vittoria azzurra in Coppa del Mondo, di cui probabilmente avevamo saputo qualcosa durante il riscaldamento in palestra, quell’attesa così emozionante era per vedere se sulle classifiche dei Gran Prix – quelli degli Under 14 eh, mica i GP della FIE – c’era anche il nostro nome. Accadeva nelle pagine in fondo al giornale (e infatti capitava di leggerlo “alla rovescia”), in cui si dava conto delle prove nazionali un po’ di tutte le categorie: sfogliavi, cercavi e batteva forte il cuore, lo trovavi e ti sentivi felice, poi leggevi il cognome che poteva esser “sbagliato” e ti partiva una imprecazione, ma si chiamano “refusi” e non li ha mai fatti solo chi non ha mai scritto.
La Scherma era un po’ la piccola bibbia d’uno sport costantemente alla ricerca d’un racconto che non nascesse e morisse nelle due settimane olimpiche una volta ogni quadriennio, il contenitore cartaceo in cui era messo nero su bianco il battito d’un movimento che si ama follemente ma fa sempre fatica a piacersi, perché chiunque s’incontri altrove, fuori da un palazzetto, della nostra disciplina dice “che bella!”, e però poi ti fa incavolare perché aggiunge “ma non ne so molto, ché non la capisco”.
La perenne battaglia della promozione, della diffusione mediatica, il cui inizio si perde nella notte dei tempi, è ancora oggi un tarlo da “combattere” con gli strumenti che la tecnologia ha messo a disposizione. Sì, perché ora non c’è più La Scherma cartacea, tesoro gelosamente custodito nello scrigno d’una Biblioteca Digitale FIS che un appassionato non si stancherebbe mai di visitare, ma c’è il web che dà infinite opportunità di conoscere e farsi conoscere.
Il preambolo così lungo, pure un pizzico nostalgico ma di sicuro non retorico, serve a dare il benvenuto al nuovo sito federale Federscherma.it riannodando i fili d’un passato che stimoli non noiose e inattuali voglie d’antico, ci mancherebbe, bensì desiderio di riconoscersi in quel senso d’appartenenza (simboleggiato appunto dalla vecchia rivista consegnata dal postino) ch’è una delle più belle e reali peculiarità del nostro mondo.
Sì, ché per noi “la scherma è una grande famiglia”. E non è affatto un banale e consumato “modo di dire”. È un valore autentico. Che soltanto agli sconosciuti può apparire costruzione demagogica. La “grande famiglia” è espressione di legame, attaccamento, condivisione, orgoglio nel riconoscersi in un contesto sportivo, sociale e valoriale ch’è molto più d’un insieme di competizioni agonistiche, è una scuola di vita in cui anche un ex allievo non smette di sentirsi mai parte integrante.
Di questa “grande famiglia”, oggi, Federscherma.it è idealmente la casa. Qui si racconta la quotidianità d’uno sport che potrebbe facilmente presentarsi – numeri alla mano – come il più medagliato per l’Italia alle Olimpiadi, sì certo (lo è!), e però che ama mostrare di sé anche o forse soprattutto molto altro. In primis l’esempio che dà a ogni bambino che su quelle pedane cresce e diventa adulto. La palestra con l’anima dentro le quattro mura in cui si formano uomini e donne che tirando – di spada, fioretto e sciabola, in piedi come in carrozzina – s’affermano come atleti o anche no, e però che da quell’esperienza traggono insegnamenti preziosi, acquisendo – tutti – il bagaglio da portare con sé in ogni sfida che la vita propone.
Questo senso d’appartenenza, così percepito e vissuto, qui è ancora straordinariamente vivo, attuale, e anzi, proprio nell’epoca in cui la tecnologia rischia d’allontanare, la scherma è riuscita persino ad accentuare il valore della condivisione, perché la post modernità ha saputo unire le esperienze fatte in carne e ossa a una grande community virtuale grazie al virtuoso lavoro intrapreso quasi tre lustri fa attraverso i social.
Sono le solide basi su cui nasce l’idea del nuovo Federscherma.it e dei siti internet dei Comitati Regionali FIS, appena lanciati in rete.
La Federazione Italiana Scherma è comunità che tanto ha da proporre e raccontare. I successi dei nostri atleti in giro per il mondo, l’eccezionale percorso d’integrazione con il settore Paralimpico, il fermento culturale che caratterizza il movimento e i suoi interpreti, parallelamente all’attività sportiva, sono solo tre esempi, prototipi, d’un universo in continuo e incessante avanzamento.
Il restyling del sito federale nasce dall’esigenza di continuare a offrire una costante e sempre più puntuale narrazione di questo mondo, sia sul fronte della comunicazione interna “di servizio” che esterna verso altri fruitori e media mainstream. Un’innovazione, fortemente voluta dal Consiglio Federale presieduto da Paolo Azzi, che non vuol esser tale soltanto nell’impatto di Layout ma che si propone d’implementare e arricchire il racconto della scherma, delle emozioni che suscita (e che abbiamo reso anche in “mostre itineranti” di respiro mondiale con scatti speciali), dello sviluppo delle attività istituzionali e dei rapporti con i partner che a questa Federazione danno fiducia sposando più d’un progetto commerciale ma condividendone i valori e lo spirito.
Ed è su questa traccia che, last but not least (perché è proprio la novità più importante!), vedono la luce i siti dei Comitati Regionali della FIS, per dare voce ulteriore voce ai territori e all’instancabile lavoro di chi li anima e rappresenta, diffondendo e valorizzando la scherma in ogni angolo del nostro Paese. Un modo per supportare con sempre maggiore impulso l’impegno già notevole portato avanti in questi anni da ogni singola realtà locale anche sul piano della comunicazione.
I portali dei CR sono lo strumento di contatto diretto tra gli appassionati di scherma e i loro più immediati riferimenti, uniformati nella grafica e collegati al “sito madre” Federscherma.it proprio per rendere quel senso di comunità, di “famiglia”, che da sempre unisce i singoli territori alla dimensione nazionale. Una sfida glocal impegnativa, affascinante, necessaria.
Arrivano così, con questa mission semplice eppure molto grande, online i nuovi portali web della Federazione. Tante stanze d’un’unica grande casa popolata d’innamorati di questi sport, pronta ad accogliere appassionati, curiosi, neofiti, chiunque avrà piacere d’avvicinarsi.
Come tutte le novità, ci vorrà del tempo per abituarci e familiarizzare, ma pian piano ci abitueremo a “vivere” nei nuovi spazi che un team di grandi professionisti ha costruito per dare sempre più luce e voce alla “nobile arte” della scherma e alle storie dei suoi tanti protagonisti d’ogni età.
Non resta che augurare a voi tutti buona navigazione.
Ché “benvenuti” suona male. Siete a casa vostra.
È la casa di tutti noi.
(d.c)