Ciro Verratti – La prima medaglia olimpica abruzzese che venne dalla scherma

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Ciro Verratti

Ciro Verratti – La prima medaglia olimpica abruzzese che venne dalla scherma

PARIGI – È prevista per oggi, 26 luglio 2024, la cerimonia d’apertura che darà il via alla XXXIII Olimpiade.
A Parigi, in una cornice suggestiva e ricca di emozioni, i nostri portacolori tenteranno di guadagnarsi il metallo più prezioso e ambito, scrivendo il proprio nome nella Storia e portando in alto quello del proprio Paese.

Saranno 402 gli atleti azzurri impegnati nella competizione, mentre la delegazione della scherma conta 24 teste, il massimo possibile, con i nostri atleti qualificati e presenti in tutte le gare possibili.

Alla vigilia di questo importante appuntamento, come una sorta di passaggio del testimone e di portafortuna, vogliamo ricordare la prima medaglia olimpica mai conquistata dall’Abruzzo, che venne proprio dalla scherma.

Ciro Verratti, infatti, conquistò la medaglia d’oro nel Fioretto a squadre nelle Olimpiadi di Berlino 1936, proiettando per la prima volta l’Abruzzo sulla vetta degli ori olimpici.

Nato ad Archi, in provincia di Chieti, il 17 agosto del 1907, Verratti era specializzato nel Fioretto, disciplina che gli regalò più di una soddisfazione sportiva: oltre all’oro olimpico, conquistato insieme a Giorgio Bocchino, Manlio Di Rosa, Giulio Gaudini, Gioacchino Guaragna e Gustavo Marzi, in carriera ha conquistato anche cinque titoli mondiali.

Il rapporto con la scherma rimase vivo per tutta la vita per Ciro Verratti: venne immortalato da Lucio Fontana in “Atleta in attesa o Campione Olimpico”, scultura in gesso colorato di azzurro a grandezza naturale oggi conservato alla Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna.
Insieme alla collega campionessa di scherma Ada Biagini, inoltre, nel 1936 visse un’esperienza cinematografica da protagonista, interpretando il film di cappa e spada “Il Corsaro Nero” diretto da Amleto Palermi.

Appassionato di sport a tutto tondo, Verratti è stato tra gli otto fondatori dell’Associazione Italiana Ponte (Bridge) e, in qualità di giornalista, un puntuale cronista sportivo, in particolare per quanto riguarda il ciclismo.
Proprio al Giro d’Italia, che seguiva come inviato, trovò la morte nel 1971, coinvolto in un incidente stradale al termine della 14^ tappa del Giro.

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